Il cloud: fattore strategico nell’emergenza Covid-19 e nella ripartenza

Head of Communication Team

In uno scenario profondamente mutato in seguito alla pandemia, le tecnologie digitali, ed in particolare il Cloud, hanno assunto un ruolo ancora più strategico perché consentono la prosecuzione dell’operatività aziendale.  

Tra gli effetti dell’emergenza Covid-19 c’è la crescita nell’adozione del Cloud, che si è rivelato un fattore determinante per rispondere rapidamente ad una situazione molto complessa che ha interessato il sistema economico e sociale del nostro Paese. Oggi il mercato del Cloud in Italia vale 3,34 miliardi di euro, in aumento del 21% rispetto ai 2,77 miliardi del 2019. Tra le PMI, storicamente le più restie verso questa scelta tecnologia, l’adozione del Cloud ha fatto un balzo in avanti del 42%, rispetto a un trend di crescita da anni fermo sul 30%. A dirlo sono i dati dell’Osservatorio Cloud Transformation della School of Management del Politecnico di Milano, da poco presentati.

A determinare questa accelerazione è stata proprio la situazione di emergenza che ha imposto alle imprese e alla Pubblica Amministrazione di lavorare in modo agile, remotizzando i propri lavoratori e le applicazioni aziendali. Una scelta tattica, dettata da una esigenza specifica, che si è rivelata corretta perché le imprese hanno potuto rapidamente rispondere alle esigenze di collaborazione, di gestione dei progetti, relazione con la clientela.

Il cloud come via strategica e non solo tattica

La fase che stiamo ora attraversando, e che registra una risalita nel numero dei contagi e la necessità di un prolungamento delle attività in smart working, deve essere il giusto campanello di allarme sulla necessità di rendere strategica la scelta del Cloud. In altre parole, per cogliere a pieno i benefici di agilità e innovazione che il Cloud può offrire è necessario, sia per la domanda che per l’offerta, “tramutare la consapevolezza costruita come risposta all’emergenza in una visione di medio-lungo termine che ponga il digitale al centro e riconosca il Cloud come leva chiave per rendere l’organizzazione pronta a trasformarsi”, come ha affermato Stefano Mainetti, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Cloud Transformation.

La crescita del Public & Hybrid Cloud

Secondo le stime dell’Osservatorio, il Public & Hybrid Cloud, che racchiude l’insieme dei servizi forniti da provider esterni e l’interconnessione tra Cloud pubblici e privati, si conferma protagonista con una crescita del 30% e un valore che raggiunge i 2 miliardi di euro. Un’accelerazione più sensibile rispetto alla media internazionale, che registra un +8% per un mercato globale che vale 198 Miliardi di Dollari. Una dinamica positiva è anche quella del Virtual & Hosted Private Cloud (+11% per complessivi 732 Milioni di Euro) mentre la componente Datacenter Automation, cioè la modernizzazione delle infrastrutture on-premises, cresce del +6% per un totale di 583 Milioni di Euro.

Il Manifatturiero resta il settore più significativo (24% del mercato complessivo) seguito dal settore Bancario (21%), Telco e Media (15%), i Servizi (10%), Utility (9%), PA e Sanità (8%), GDO e Retail (8%) e Assicurativo (5%).

Come si muovono i modelli di cloud

I diversi modelli cloud registrano trend diversi. A crescere maggiormente (+46%) sono i servizi Software as a Service (SaaS): quelle categorie di servizi che permettevano alle imprese di restare operative anche nell’emergenza (Collaboration, Gestione Documetnale, portali B2c/eCommerce e Analytics) e che arrivano oggi a rappresentare la metà del volume di spesa in Public & Hybrid Cloud complessiva. Il modello Platform as a Service (PaaS) registra un +22% ed è guidata dalla crescita delle funzionalità che abilitano i Big Data Analytics, sia per l’aumento delle attività online e dei dati generati sia per il bisogno crescente e trasversale di interconnettere i processi e monitorarli. Cresce anche la compentente Infrastructure as a Service (IaaS), che sale del +16% e vale oggi il 36% della spesa complessiva, con incremento delle Virtual Machine per ambienti di produzione e del Container Management.

La strada verso l’Hybrid Cloud e il ruolo dei partner

Se una parte dei nuovi progetti applicativi nasce nella nuvola, resta forte anche l’esigenza di trasformare il legacy aziendale verso il modello cloud. Secondo i dati dell’Osservatorio Cloud Transformation, l’11% delle grandi imprese non ha più un datacenter di proprietà perché lo ha spostato in un cloud privato e/o pubblico. Un ulteriore 27% prevede migrare progressivamente tutto il legacy. Inoltre, il 50% prevede di attuare una strategia ibrida per cui una parte del legacy migrerà in cloud e la restante rimarrà on-premises. Una quota di imprese pari al 12% sceglierà una strategia completamente on-premises.

Oggi le imprese si confrontano con la necessità di ripensare i modelli di business in chiave digitale e con la possibilità di sfruttare il cloud come leva per acquisire agilità e resilienza. Per alcune realità, in particolare su imprese di minori dimensioni, La complessità del percorso o l’assenza di competenze verticali specifiche può rappresentare un freno. Italtel si pone al fianco delle imprese per sostenerle nel percorso verso il cloud partendo dall’analisi delle esigenze del cliente, proseguendo con un assessment delle situazioni esistenti per costruire una visione di lungo periodo e un progetto di evoluzione verso il cloud.

Alle aziende che scelgono di adottare modelli cloud Italtel offre affidabilità e competenze per evitare il lock in e permettere la gestione sicura e centralizzata di ambienti ibridi. Gli scenari che Italtel indirizza sono “embrace multi cloud”, relativo alla progettazione della migrazione in cloud delle applicazioni, garantendo l’interoperabilità fra cloud pubblico e privato e “re-invent the data center”, che riguarda la progettazione dell’evoluzione dei data center privati in termini di automazione e strumenti di gestione per l’apertura a ambienti cloud ibridi e alle smart operation.

Fonte: infografica Osservatorio Cloud Transformation, School of Management Politecnico di Milano

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