Girls in ICT: intervista alla nostra SCRUM Master Marisa Adinolfi

In occasione dell’International Girls in ICT Day abbiamo intervistato la collega, Marisa Adinolfi, SCRUM Master Certified, che ha trasformato la sua passione per le materie scientifiche in un’attività lavorativa varia e stimolante.

 

Buongiorno Marisa, ci racconti qual è stato il tuo percorso di studi in ambito STEM e il primo impatto con Italtel?

Se ripenso al mio percorso di studi, ho scelto di fare il liceo scientifico senza una particolare motivazione, la passione per le materie scientifiche e per la Ricerca si è sviluppata di anno in anno e forse proprio affrontando materie, come ad esempio il latino, che ho costruito un mio metodo di studio e sviluppato una forte attitudine per il problem solving.

Nel periodo in cui mi sono diplomata c’era il boom dell’Informatica e ricordo durante le passeggiate sul Lungomare di Salerno le interviste fatte ad amici e conoscenti che stavano seguendo questo percorso di studi emergente.  Questo era, a quei tempi, il modo di fare rete e confronto social!

L’università è stato un periodo bellissimo.

I primi anni sono stato molto selettivi, siamo partiti con 500 iscritti e ci siamo ritrovati in poche decine negli anni successivi. Eravamo un gruppo di studenti appassionati e motivati.

Mi sono laureata con la lode e da subito ho ricevuto diverse proposte di lavoro, tra cui alcune vicino a casa. All’epoca c’era il boom dell’Olivetti e in tanti hanno scelto di trasferirsi a Ivrea.

C’era una forte carenza di laureati e quindi tantissime opportunità. Per scelta sostenevo tutti i colloqui che mi venivano proposti sia da aziende che da enti di ricerca come il CNR, avevo necessità di farmi un’idea del mondo del lavoro e anche in fretta.

Italtel è stata una delle prime aziende a contattarmi e da lì ho iniziato il percorso (lungo) di selezione prima a Napoli e poi a Milano. L’ultimo colloquio, quello tecnico sostenuto a Milano, è stato quello decisivo. Ricordo di essere rimasta colpita dalla preparazione dell’ingegnere che mi ha fatto il colloquio, dalla serietà che emanava e dalle prospettive che offriva. Si stava siglando l’accordo con AT&T e sarei stata inserita nel gruppo di progetto Software (SW) per la Rete Intelligente con la prospettiva di recarmi presso i laboratori AT&T in USA (cosa che poi è avvenuta un anno dopo). L’intesa deve essere stata reciproca in quanto terminato il colloquio e dopo solo una breve consultazione interna, mi è stato chiesto ….  quando sarei stata disponibile a trasferirmi!

La decisione di trasferirti a Milano e le tue prime esperienze lavorative sono state in linea con le attese?

La decisione di mettere ottocento chilometri di distanza tra me e la mia famiglia, dai miei amici e dalla mia bellissima Salerno, non è stata semplice. Ma hanno vinto le prospettive e la sfida di far parte di un progetto su scala mondiale. A distanza di anni posso anche dire che è stato uno dei progetti più importanti e formativi, penso di essere anche stata molto fortunata di poter farne parte. Quel progetto ha portato in Italia i Numeri Verdi, la prima realizzazione del Televoto, la gestione delle chiamate di massa (in quegli anni spopolavano a mezzogiorno giochi come quello dei fagioli lanciato da Raffaella Carrà 😊 con chiamate in diretta che mandavano in crisi la rete) e tanti altri servizi.

Ma l’azienda non ci ha fatto dormire sugli allori e praticamente a ridosso del lancio dei servizi di Rete Intelligente con la SIP (attuale TIM), l’intero gruppo di lavoro è stato dirottato verso una sfida ancora più avvincente, quella del mobile in tecnologia GSM.

Avevamo dodici tomi da studiare e realizzare (le specifiche dell’ETSI) e vennero ripartite in modo un po’ casuale. La deadline era molto vicina e si studiava e lavorava senza tregua. Ricordo che si era scelto di affrontare il tema dello Short Message Service (SMS) in bassa priorità, i clienti facevano fatica a capirne un possibile uso e importanza!

Il periodo GSM è stato quello che più in assoluto mi ha provocato tantissime emozioni. Indelebili sono i ricordi della prima volta in cui nel nostro laboratorio di Castelletto abbiamo messo in aria la  base transceiver station – BTS (il rack con i transceveir e i suoi led che con il passaggio dal caricamento SW ai dati di configurazione passavano dal rosso al giallo intermittente per poi assestarsi su uno stabile verde avevano un fascino quasi natalizio), la prima chiamata GSM , i primi servizi ma anche i primi disservizi (storico per noi e per TIM quello in Puglia nel mese di agosto alle 20.30 all’ entrata in vigore di una tariffa favorevole).

Dopo il periodo GSM sono passata ad occuparmi dei servizi di rete fissa e ad interessarmi sempre di più delle Tecnologie riguardanti i sistemi integrati di telecomunicazione. È stato in questo periodo che ho iniziato a coltivare interesse per gli apparati e i protocolli IP.

E ora arriviamo al tuo lavoro più recente: che cosa ci puoi dire della metodologia Agile e dell’approccio SCRUM?

Quando tutto in Ricerca ormai sembrava definito, compreso e assestato è arrivata la rivoluzione della metodologia Agile.

Ancora una volta Italtel mi ha consentito di uscire dalla mia comfort zone, che inevitabilmente si viene a creare quando nel tempo si continuano a fare le stesse cose.

Con il ruolo di Scrum Master ho lavorato con la maggior parte dei team e quasi tutti i prodotti della Ricerca (dalla famiglia dei Session Border Controller NetMatch ai prodotti IMS Core e Application denominati i-MCS e i-TDS).

Questa esperienza ha comportato ulteriori arricchimenti sia dal punto di vista tecnico/gestionale che umano.  La comprensione dell’Agile e dei suoi paradigmi l’ho coltivata anche partecipando in modo costante ai tanti meeting e meetup che Milano offre sull’argomento.

Penso sia stata una scelta estremamente azzeccata per la nostra azienda aver intrapreso la strada della trasformazione dei processi di sviluppo dal Waterfall all’ Agile, ormai da più di dieci anni.  L’ approccio  Waterfall (metodo a cascata)  suddivide lo sviluppo del software in fasi distinte, non si passa alla fase successiva se non è terminata la precedente mentre l’approccio Agile prevede brevi cicli di sviluppo iterativi completi che consentono in modo semplice di adattarsi ai cambiamenti e accogliere i feedback.

Questo vantaggio è apparso chiaro in modo cristallino nel 2020 con la pandemia da Covid-19.

Il fatto di essere organizzati in team, di avere le cerimonie Scrum con appuntamenti fissi quotidiani e bisettimanali ci ha permesso di continuare a lavorare a distanza senza colpo ferire e a farci forza nei momenti più bui.  Oltre all’aspetto organizzativo l’approccio Agile ci ha regalato un nuovo modo di affrontare il testing e il rilascio di un prodotto: la Continuos Integration-Continuos Delivery. È così che in pieno lockdown, grazie ai meccanismi e processi cresciuti e rodati negli anni, siamo riusciti a rispettare le consegne e a fornire i rilasci SW attesi. Da qui l’idea di diffondere l’approccio del testing automatico anche verso i nostri clienti che invece proprio in quel periodo si erano trovati nell’impossibilità di andare in sede per eseguire le prove manuali.

Guardando indietro rispetto alle scelte effettuate, cosa consiglieresti alle ragazze che oggi potrebbero intraprendere un percorso STEM?

Guardando indietro posso dire che rifarei le stesse scelte: Italtel è un’azienda che ha saputo sempre rinnovarsi e dare la possibilità alle sue persone di fare esperienze interessanti, conoscere e lavorare in realtà diverse, consentendo di sviluppare flessibilità, capacità organizzativa e adattamento in contesti differenti.

Alle ragazze che oggi sono in procinto di scegliere se intraprendere o meno un percorso in ambito STEM consiglierei di lasciarsi trasportare dall’entusiasmo e dalla passione come ho fatto io, di scegliere senza timore materie in ambito scientifico e tecnologico e poi… il resto verrà da sé!

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