Per molto tempo la gestione delle infrastrutture di rete è stata fatta in modo manuale e, di conseguenza, lento. Questo modo di procedere, basato sull’hardware e estremamente dispendioso in termini di tempo, non è compatibile con i ritmi impetuosi del contesto di business attuale.
Nell’ultimo paio d’anni, dunque, l’approccio al networking è cambiato ed il passaggio chiave in questa evoluzione è stato lo spostamento delle funzioni di rete dall’hardware verso il software.
Una rete programmabile permette di effettuare in modo più semplice e veloce attività quali l’allocazione della banda, la configurazione delle policy di instradamento del traffico o di sicurezza, il rilevamento di anomalie. Una rete di questo tipo consente di risparmiare tempo nelle attività di gestione, di fare troubleshooting e attività di ripristino in tempo reale e, non meno importante, di eliminare l’errore umano.
L’approccio di Cisco alla programmabilità e all’automazione delle reti è noto come intent-based networking e poggia sulla console di gestione Digital Network Architecture (DNA) Center. Gli apparati possono essere configurati in modo automatico attraverso la console di gestione centralizzata e le policy di sicurezza vengono definite a livello granulare.
Oltre alla granularità nel controllo delle policy di sicurezza, l’intent-based networking permette una migliore gestione delle applicazioni, in particolare di quelle applicazioni che richiedono un grande consumo di banda e che potrebbero riscontrare problemi di perfomance se non venisse applicato un efficace e intenso controllo della rete.