Dotarsi di infrastrutture di comunicazione a Banda Ultra Larga è oggi più che mai il fattore abilitante primario per la trasformazione digitale e la competitività del Sistema Paese
La diffusione sul territorio della Banda Ultra Larga è un fattore che condiziona sempre più fortemente l’aumento della produttività economica complessiva di un Paese.
Il legame è diretto se pensiamo alle esigenze delle aziende in logica di Impresa 4.0 e sempre più decisivo ai fini della modernizzazione di servizi e processi delle Pubblica Amministrazione e a supporto della qualità della vita dei cittadini. Esempi palesi, a questo riguardo, sono la formazione a distanza, la telemedicina e lo smart working, da pensare non solo come soluzioni di emergenza, ma come potenti strumenti di accelerazione produttiva, di inclusione sociale e, non ultima, di sostenibilità ambientale.
Il valore di questo asset, così strategico per il Sistema Paese, va quindi misurato in termini di banda e velocità, ma soprattutto di capillarità sul territorio.
Italtel crede fortemente nell’importanza della partnership pubblico-privato, nelle sinergie tra ecosistemi industriali, nel ruolo dell’accademia e nel confronto con il mondo politico-istituzionale, per promuovere ed utilizzare efficacemente lo sviluppo della Banda Ultra Larga
Già dal 2016 Italtel scende in campo in qualità di Progettista Indicato per lo sviluppo di una rete in fibra ottica e tecnologie wireless su scala nazionale.
A partire dalla primavera 2018, Italtel e Open Fiber realizzano insieme le attività di sviluppo della rete a Banda Ultra Larga per le cosiddette aree «bianche» del Paese, le aree a fallimento di mercato, non raggiunte dalle infrastrutture di altri gestori.
L’opera, nel suo complesso, prevede la progettazione, costruzione, manutenzione e gestione di una infrastruttura che garantisca i 100 Mbit/s su oltre 6.700 Comuni appartenenti alle Regioni Lombardia, Veneto, Toscana, Emilia Romagna, Abruzzo e Molise e successivamente alle Regioni Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Marche, Umbria, Lazio, Campania, Basilicata, Sicilia e Provincia Autonoma di Trento. Proseguendo lo sforzo di colmare il gap infrastrutturale in tutte le Regioni del Mezzogiorno, nel 2019 si sono aggiunti quasi 1.000 Comuni appartenenti alle Regioni Puglia, Calabria e Sardegna.